La settimana scorsa è comparsa sulla stampa la notizia secondo cui la proposta di riforma dell'ordinamento professionale dei Commercialista, elaborata dal Consiglio Nazionale, sarebbe stata approvata da 100 Ordini su 132. Ciò è falso e va smentito con fermezza.
Analoghe affermazioni volte ad accreditare l'esistenza di un dilagante consenso alla proposto di riforma del Consiglio Nazionale erano già circolate sulla stampa a dicembre 2024, dopo l'assemblea di presentazione del bilancio preventivo del Consiglio Nazionale per il 2025.
Allora aveva provveduto a smentirle formalmente il Presidente dell'Ordine di Avellino. Ora che qualcuno riprova a fare forzature, al Presidente dell'Ordine di Avellino si aggiungono i Presidenti degli Ordini di Brescia, Firenze, Milano, Oristano, Roma, Salerno e Sassari, firmatari della presente e partecipanti a tutte le assemblee dei presidenti. Bisogna, allora, dire una volta per tutte che la riforma proposta dal Consiglio Nazionale non è mai stata sottoposta all'approvazione dell'assemblea dei presidenti. Essa ha formato oggetto di discussione in un'assemblea tenutasi a giugno 2024, allorché l'argomento fu incluso nell'ordine del giorno ma non fu adottata alcuna delibera al riguardo; ed in un'altra assemblea tenutasi a dicembre 2024, allorché l'argomento non fu neanche messo all'ordine del giorno e meno che mai formò oggetto di delibera. Al contrario, sono pervenute al Consiglio Nazionale e al Ministero dello Giustizia numerose prese di posizione formali che esprimono valutazioni critiche o contrarie. Inoltre, durante la seconda, delle menzionate assemblee, presero la parola una trentina di presidenti di Ordini, nella "stragrande maggioranza" favorevoli alla riforma proposta (così si esprimeva un comunicato stampa del Consiglio Nazionale). Circa 25 Presidenti che hanno espresso un giudizio positivo su 132 Ordini non pare possano considerarsi una percentuale che Indichi un largo consenso. Da una verifica dell'elenco di chi ha parlato, inoltre, deriva che, gli intervenuti o favore, rappresentano circa 15.000 iscritti, mentre le valutazioni negative sono state, in assemblea, espresse da Presidenti che rappresentano oltre 23.000 iscritti. Peraltro, fra coloro che quel giorno non sono intervenuti vi erano diversi presidenti di Ordini - critici verso la proposta - che non si sono espressi perché; come detto, il tema non era all'ordine del giorno. Questi fatti sono incontrovertibili ed escludono che alcuno possa affermare che la riformo proposta dal Consiglio Nazionale sia stata mai approvata dogli Ordini, giammai "'da 100 Ordini su 132".
Alla luce di quanto sopra, i Presidenti firmatari della presente invitano a diffondere - dall'interno dall'esterno della Categoria - ricostruzioni veritiere dei fatti e ad evitare di dare l'errata impressione che esista un consenso diffuso alla proposto di riforma presentata dal Consiglio Nazionale. Tutto ciò premesso,
I Presidenti firmatari sottolineano che
una riforma della professione deve nascere da un confronto democratico, autentico, trasparente e rispettoso della pluralità delle posizioni, per poi giungere ad una proposta che unisca le differenti visioni e non generi inutili e dannose fratture. La proposta del Consiglio Nazionale ad oggi non risponde a tali requisiti e appare, al contrario, molto divisiva. Essa va, quindi, valutata, senza inutili forzature, per quella che è: una traccia di lavoro a disposizione degli Ordini che richiede ancora adeguati approfondimenti.
Mario Lariccia Presidente del ODCEC di Avellino
Severino Gritti Presidente del ODCEC di Brescia
Enrico Terzani Presidente del ODCEC di Firenze
Marcella Caradonna Presidente del ODCEC di Milano
Giuseppina Uda Presidente del ODCEC di Oristano
Glovanni B. Cali Presidente del ODCEC di Roma
Agostino Soave Presidente del ODCEC di Salerno
Marco Scanu Presidente del ODCEC di Sassari